La Procura di Parma sta indagando su 35 ex amministratori e revisori del Consorzio Agrario di Parma con l’accusa di bancarotta fraudolenta, amministratori del periodo 2006 – 2011, compresi gli ex presidenti.
L’inchiesta segue di pochi mesi un atto del Consiglio di Stato, relativo ad un ricorso al Capo dello Stato presentato dai vertici del Consorzio rimossi nel 2011, nel quale il ministero dello Sviluppo economico ha contestato un danno di otto milioni di euro agli ex amministratori, una grave perdita causata dall’operazione di passaggio delle attività tipiche del Consorzio ad una controllata con fini di lucro, fatta prima del commissariamento, la Produttori Riuniti srl.
Il Consorzio ha ripreso la normale attività da un anno esatto, dopo due anni di commissariamento. Probabilmente, le analisi fatte dal commissario non sono estranee all’inchiesta della Procura.
Nel 2011, quando fu commissariato, il Consorzio Agrario di Parma aveva accumulato 50 milioni di euro di debiti ma nonostante questo da anni non faceva nulla per recuperare crediti vantati nei confronti dei suoi soci per oltre 63 milioni di euro.
La Flai Cgil di Parma ha espresso l’intenzione di costuituirsi nel procedimento quale parte civile danneggiata. Il risanamento dei conti del Consorzio durante la gestione commissariale è infatti costata il posto di lavoro a 60 persone.
“La FLAI CGIL di Parma – scrive il sindacato – accoglie positivamente la notizia della svolta sull’inchiesta per bancarotta fraudolenta della Procura di Parma con la conseguente ISCRIZIONE nel registro degli indagati degli ex amministratori del Consorzio Agrario di Parma. Si tratta di un importante passo avanti nell’individuazione delle responsabilità che hanno portato questa importante realtà del nostro territorio sull’orlo del fallimento”.
“A distanza di tre anni dal commissariamento e a più di due anni dall’entrata in vigore del concordato preventivo, il Consorzio presenta conti in ordine e un fatturato di tutto rispetto in un contesto economico generale e di settore negativo. Questo importante risultato, conseguito dal commissario governativo dott. Bellora (attuale presidente) e dalla nuova direzione con la fattiva collaborazione di tutti i dipendenti, ha però comportato la perdita di una sessantina di posti di lavoro e la chiusura della società controllata “Produttori Riuniti” (il burrificio del consorzio) con la conseguente messa in mobilità di tutti i suoi dipendenti. Un enorme sacrificio che il sindacato ha cercato di gestire al meglio”.
“Da tempo la FLAI sostiene che aver portato il C.A.P. a un passivo di circa 80 milioni di EURO fa intravedere gravi responsabilità e punti da chiarire della passata GESTIONE. Per questo, a maggior tutela dei propri assistiti che hanno pagato il prezzo più alto in questi ultimi anni, il sindacato di categoria della CGIL di Parma dichiara fin da ora che si costituirà parte civile all’apertura della fase processuale. La stessa FLAI provinciale confida quindi nel lavoro della magistratura, auspicando che venga fatta definitiva chiarezza su questa oscura vicenda”.