Una situazione di “assoluta incertezza”: è così che i lavoratori di Salsoplast definiscono la difficile fase che si trovano a vivere. L’ennesima crisi aziendale coinvolge infatti una importante realtà del nostro territorio, e i dipendenti rischiano di rimanere stritolati in essa.
“Salsoplast cade in una rovinosa e palese crisi tra debiti e mala gestione in capo alla famiglia Tibaldi nel novembre 2013, disperdendo più di quaranta anni di storie di lavoro – scrive in una nota Silvia Avanzini della Filctem CGIL di Parma – Passa di mano in mano a vari amministratori senza voce (Alessandro Cortella, Paola Guidetti, Giuliano Gallesi) tra cassa integrazione, tavoli di attenzione istituzionale presso la Provincia di Parma, anticipazioni sociali, in attesa di una ripresa lavorativa che ad oggi sembra resa sempre più precaria dalla possibile messa all’asta degli impianti produttivi.
Dopo mesi di attesa, durante i quali il sito è sempre stato sorvegliato dai lavoratori affinché non si verificassero azioni di impoverimento della fabbrica, la notizia della messa in asta di beni pignorati allarma lavoratori e sindacato. All’ultimo incontro presso la Provincia di Parma, l’Azienda si era infatti presentata illustrando una serie di iniziative verso istituti di credito per acquisire liquidità, confermando di anticipare la CIGO per evitare ulteriori disagi ai lavoratori, e annunciando la presenza di partners imprenditoriali per il riavvio dell’attività. La FILCTEM CGIL provinciale chiede, quindi, che sia riconvocato in tempi rapidi il tavolo istituzionale perché si faccia chiarezza sul destino della fabbrica e dei lavoratori.
Da oggi i lavoratori presidieranno la Salsoplast, affinché non avvenga l’ennesimo e doloroso scippo di lavoro e futuro”.