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Partiamo dalla notizia certa (o quasi). Il Parma è stato ceduto. E siamo tutti felici, perché avanti così non si poteva davvero andare. E siamo tutti grati a Ghirardi, che dopo averlo salvato sette anni fa, comprandolo, lo ha salvato di nuovo, trovando un acquirente che ne saldi debiti e pendenze, ci investa tutelando categoria e futuro.
Ma arriviamo alle 5 W. Quelle del giornalismo anglosassone.
Chi? Mettiamo che l’acquirente sia davvero Kerimov, uno dei 150 uomini più ricchi del mondo, azionista della benzina e già uomo di calcio. E che alle sua spalle ci sia davvero l’amico Roman Abramovich. O anche che ne sia un’altro.
Cosa? Il Parma ha debiti stimati tra i 60 e gli 80 milioni di euro (euro più, euro meno), cui vanno sommati i 7 dati alla gestione uscente, e un bel gruzzolo che andrà investito sul mercato di gennaio.
Quanto (anziché quando)? Vogliamo stimare 10, 20 milioni di euro da investire sul mercato di gennaio? Tantissimo, comunque. Per un’operazione totale che rischia di sfiorare i 100milioni.
Dove? E uno che li ha, cosa fa venir voglia di investirli nel Parma, anziché chessò, nell’Inter, o nel Milan, o nel Napoli? Bacini più importanti, più tifosi, più storia, Europa più vicina.
Perché? Forse troppo. Troppi i costi, troppo l’impegno di gestione? Meglio un gioeillino, da modellare e rendere grande, senza pressione e occhi puntati? Speriamo sia così.
E, ultima domanda, quella che manca nelle famose W, ma ormai è consueto applicare. Come? Come un cotanto riccone è arrivato al Parma. Due strade vengono in mente, magari sbagliate. Veramente Ghirardi ha chiesto ausilio a Moratti? Il “mestiere”, o meglio il campo di azione, quello è. Leonardi e l suo staff hanno fatto valere buoni uffici all’estero? (ma ne dubitiamo non risulta ci sia il suo zampino) O forse, più probabile, dalla piccola e operosa Carpenedolo, ove si snodano imprese e trattative di spicco, sono partiti contatti serrati contatti?
Alla conferenza di giovedì, l’ardua sentenza.
(LadyDi)