In un incontro con rappresentanti delle cooperative che lavorano con Piazza Garibaldi, l’amministrazione cittadina ha affermato la necessità di prevedere fin da subito una sensibile riduzione nei servizi per i disabili nelle scuole. Secondo il Comune, ci sono soldi per continuare a dare assistenza agli alunni disabili solo fino a fine marzo: l’out out posto dal Comune è fra una brusca interruzione della presenza degli educatori nelle scuole dal 1° aprile, oppure una riduzione fin da subito dell’assistenza nelle scuole, così da recuperare ore da utilizzare in primavera. Per dopo l’estate, poi, nessuna certezza.
Il municipio di Parma sta pensando di compensare gli ultimi tagli imposti dal governo Renzi con una riduzione dei servizi per i disabili e per i bambini. La posizione del Comune è chiara: tutti i servizi che non sono un obbligo per il Municipio verranno tagliati, quanto meno ridotti in misura importante. E si inizia dai bambini disabili.
A scuola, gli insegnanti di appoggio non coprono neppure la metà del bisogno certificato. Così, a Parma da molti anni sono gli enti locali a supplire pagando educatori dipendenti di cooperative. La presenza a scuola di centinaia di bambini con handicap anche gravi dipende da quegli educatori. Ma poiché non è un obbligo fornire questa assistenza, il sindaco Pizzarotti ha scelto di disimpegnarsi. Era un fiore all’occhiello per Parma.
Le ripetute minacce di tagli al welfare fatte dal sindaco Pizzarotti e dalla sua Giunta avevano già messo in allarme il vasto mondo delle famiglie che usufruiscono dei servizi comunali per l’infanzia e per la disabilità e i lavoratori del settore. A far scattare l’allarme era stato il recente ritiro di un bando per l’assegnazione proprio dell’assistenza ai disabili nelle scuole: dopo averlo pubblicato, l’assessore Laura Rossi lo ha ritirato perché non è più sicura di avere i soldi per pagare gli educatori che nelle scuole e negli asili seguono i bambini con handicap.
I sindacati da settimane stanno inutilmente chiedendo un confronto con l’amministrazione comunale sulla scadenza dell’appalto decennale di Parmainfanzia e sul futuro dei servizi educativi. Ma finora ci sono state solo le dichiarazioni pubbliche del sindaco, che preannunciano pesanti tagli, confermate nell’incontro di oggi.
Secondo alcuni, è solo un modo per fare propaganda politica e alla fine i soldi salteranno fuori: un sindaco 5Stelle che vuol fare capire agli elettori quanto sia cattivo il premier del Partito democratico che toglie soldi ai Comuni. Secondo altri, la minaccia è reale e imminente, dal prossimo anno, ma forse già dai prossimi giorni, Parma avrà meno posti nei nidi, meno posti alla materna, molta meno assistenza dedicata ai bambini disabili. Quale che sia la verità, al momento regno l’incertezza, amica inseparabile della paura.
Proprio per chiedere chiarezza sulla questione e l’impegno a fare di tutto per non ridurre lo stato sociale a Parma, sabato mattina dalle 9,30 alle 11,30, i lavoratori dei servizi del Comune, della sua partecipata Parmainfanzia e delle cooperative che partecipano a questi servizi manifesteranno davanti al municipio in piazza Garibaldi.
“A tutt’oggi infatti il Comune non ha dato risposte concrete ai colleghi interessati, tra cui ci sono anche 300 educatori che svolgono servizio di assistenza presso le scuole statali. Il rischio è che da gennaio non venga rinnovato il contratto a questi lavoratori. Pensiamo sia nostro dovere dare solidarietà vera ai colleghi e alla loro lotta per il mantenimento del posto di lavoro. Pensiamo che sia opportuno rafforzare la loro battaglia anche per tutelare la qualità delle scuole in cui lavoriamo”, spiega la Flc Cgil.
I sindacati hanno chiesto di aprire subito un confronto, “per evitare un ritorno al passato, che comporti la perdita di posti di lavoro, faccia venire meno un importante sostegno all’occupazione femminile e neghi ai bambini il loro diritto all’educazione”.
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