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Pmi Parma, fatturato ancora in calo

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I primi di Novembre scorso sono stati resi noti i dati elaborati dal CNA sull’andamento delle pmi con meno di 20 addetti ai lavori dell’Emilia Romagna, con un’analisi approfondita a livello di province. Il risultato non è stato particolarmente positivo e principalmente per due ragioni. Da una parte infatti le imprese che non si sono organizzate in reti aziendali e non hanno aderito a nessuna organizzazione (o struttura similare), hanno incassato una nuova situazione di contrazione su tutti i settori. Dall’altra, comunque solo in due province è stato registrato un ritorno del fatturato in positivo, e tra queste purtroppo non c’è Parma.

Le province che hanno fatto meglio sono state Ferrara, nella quale le pmi hanno raggiunto una crescita del fatturato di poco inferiore al 9%, e Piacenza, dove il dato positivo è rimasto comunque al di sotto dell’1%. Invece a Parma le pmi continuano a patire, con un calo del fatturato del 10,5%, dove la sofferenza maggiore si concentra soprattutto nel settore delle costruzioni (mentre regge un po meglio la crisi quello del terziario). A rimetterci soprattutto i giovani, con un crollo degli investimenti nel settore della formazione (con una flessione di poco inferiore al -50%).

Parma non è però la provincia che è andata peggio, dal momento che la maglia nera è stata guadagnata dalla provincia di Bologna, con una contrazione di oltre il 15% (negli altri casi i dati negativi sono rimasti al di sotto del 10%), assegnando a Parma il secondo posto tra i risultati peggiori.

Le ragioni di un andamento così differente tra le varie realtà è da imputare a tantissimi fattori. Tra questi le difficoltà registrate, a meno di specifici interventi delle autorità locali, per l’accesso al credito, anche a causa di una differente politica adottata dalle banche nei finanziamenti, che spesso non coincidono nemmeno a livello di politiche interne. In merito può essere esemplificativo l’esempio della idiosincrasia registrata dalle scelte di Mediobanca sui finanziamenti alle imprese rispetto quelle di Compass prestiti per i privati. Un atteggiamento, che se non modificato rischia di far proseguire lo stato di impantanamento della crisi per un periodo superiore a qualsiasi livello di sopportazione o sopravvivenza.

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