Parma è scesa al 19° posto nella classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita. L’anno scorso eravamo quattro gradini più sopra. Se i parmigiani già sapevano da tempo di non abitare in quell’isola felice di cui un tempo si raccontava, ora lo sanno anche gli altri. Ci sono capoluoghi, anche vicini alla realtà di Parma, dove migliorano i servizi, l’ambiente, la mobilità… A Parma no. Così scendiamo nella lista dei posti dove a tutti piacerebbe abitare.
Negli anni ’90 Parma era fra le città migliori dove vivere: prima nel 1992 e nel 1999, seconda nel 1993, 1994, 1995, 1997. Non si creda che una classifica serva solo a soddisfare una curiosità statistica: l’indice della qualità della vita può determinare scelte di persone e di soldi. Dove si vive bene, si attrae con facilità. Stando in una anonima posizione dell’indice del Sole24Ore, Parma non attira più nulla.
In Emilia-Romagna, su nove capoluoghi di provincia, Parma è solo sesta. In cima alla classifica, campione regionale ma soprattutto inedito campione nazionale, sta Ravenna. Anche Modena è sul podio nazionale, al terzo posto. Reggio quinta. Tutte e tre città che hanno migliorato nell’ultimo anno il loro indice di qualità della vita. Bologna è al settimo posto. Forlì al 18°, appena davanti a Parma. Dietro a Parma restano Piacenza 22° posto), Rimini (32°) e lontana resta Ferrara (43°).
L’indice della qualità della vita è calcolato utilizzando numerosi parametri, organizzati in sei categorie. Quella in cui Parma ha le migliori performance è l’indice “Popolazione”, che ci vede secondi dopo Siena. Un indice che considera diversi parametri eterogenei. A ben guardare, se a Parma la popolazione prende un bel voto è per merito degli immigrati. Sì, perché siamo una città giovane, al 2° posto nell’indice di giovinezza, e molti giovani sono figli di non italiani (gli under 25 superano del 20% gli over 64). E perché siamo al 7° posto per presenza di immigrati (13,13% della popolazione). E perché siamo in 12^ posizione per maggior immigrazione (per ogni cancellazione all’anagrafe, ci sono 1,78 nuove iscrizioni). Parma è poi 37^ per densità demografica (123,98 abitanti a chilometro quadrato). Al 58° posto per divorzi e separazioni (52,46 ogni 10mila famiglie nel 2012). Al 12° posto per studiosità (in media 10,22 anni di studio ciascuno, contro una media nazionale di 9,67 e con 15 città che restano sotto i 9 anni ).
La categoria peggiore è all’opposto quella della sicurezza, con un pessimo 95° posto su 107 città, anche se con un aumento di reati fra 2007 e 2013 molto contenuto, dello 0,3%. Parma è al 91° posto fra le città con meno microcriminalità (297,4 scippi e borseggi ogni 100mila abitanti), 76° con meno appartamenti svaligiati (501,16 ogni 100mila abitanti), 73° nelle rapine (44,9), 48° nelle estorsioni (9,7), 97° nelle frodi (287,02).
Tanti ladri forse anche perché a Parma c’è tanto da rubare. Nella categoria “Benessere”, infatti, Parma è al 17° posto, in discesa, pur essendo i parmigiani ancora gente ricca nel panorama nazionale. Il valore aggiunto pro capite l’anno scorso è stato di 28.957 euro, il 9° più alto nel Paese, quarto posto in Emilia-Romagna. La ricchezza dei privati ammonta a 464.396 euro a famiglia, 7° posto in Italia, secondo in regione dopo Piacenza: ovviamente è un valore medio, che mescola chi ha molto a chi non ha nulla; significa che a Parma ci sono ancora tanti ricchi. I pensionati parmigiani prendono più della media nazionale, 1.105 euro al mese ciascuno di media, 15° assegno più alto in Italia, 130 euro al mesi in più del dato nazionale. Nonostante la ricchezza, nella spesa per beni durevoli siamo un po’ più in basso, al 25° posto nella lista dei consumi per famiglia, 2.259 euro annui, 25^ posizione. Ad abbassare il risultato complessivo di Parma nella categoria “Benessere” è l’inflazione, 1,23% l’anno scorso, bassissima, ma comunque più alta che in altre 49 città. E il costo delle case, altissimo, eccessivo: 2.500 euro al metro quadro nelle zone attorno al centro; solo in 17 altri capoluoghi per comprare casa si spende di più.
La categoria “Opportunità”, dove Reggio è al primo posto in Italia, Parma migliora, pur fermandosi alla 15^ posizione. A tenerci a galla è un tasso di occupazione che nonostante le evidenti difficoltà, è meno difficile che nel resto d’Italia: siamo al secondo posto dopo Bolzano per occupati, ha un lavoro il 68,84% della popolazione. E questo nonostante una stanchezza della classe imprenditoriale, seria minaccia per il futuro. Lo spirito di iniziativa è scarsino, 10,49 imprese ogni cento abitanti (43° posto). Mancano i giovani imprenditori (44° posto). Scarsa anche la disponibilità al rischio, visto che i prestiti concessi dalle banche sono solo il 12% in più dei risparmi depositati (64° posto). Parma è poi 26^ fra le città con maggior quantità di sofferenze bancarie, i soldi che le banche non riescono a recuperare. Siamo al 19° posto nell’export.
Nella categoria “Ambiente e Salute” Parma è al 18° posto. Finché il Comune non taglierà sugli asili, i servizi per l’infanzia restano un fiore all’occhiello, i terzi migliori d’Italia dopo Bologna e Gorizia. Meno bene l’ambiente. Qui il Sole24Ore usa l’indice di Ecosistema urbano di Legambiente, che mette Parma al 14° posto nazionale. Ma conta anche il clima che a Parma, come anche le ultime settimane ci hanno ricordato, è davvero balordo: solo ad Alessandria, Bolzano e Mantova si sta peggio. Perché? Perché abbiamo estati torride ed inverni gelidi: l’indice è calcolato sulla differenza di temperatura fra mesi più caldo e più freddo. Dalla sanità ci si poteva aspettare un risultato migliore: solo 48° nel tasso di emigrazione ospedaliera: ogni 100 ammalati, 6,62 decidono di curarsi fuori provincia. Sappiano, questi 6 o 7, che anche i nostri medici sono bravi, come dimostra la longevità media, di 82,55 anni, 25^ vita più lunga in Italia. E poi c’è il giudizio sulla giustizia, con Parma solo al 51° posto per velocità dei processi: oltre il 60% delle cause in corso, sono più vecchie di un anno.
Sarà per il clima, sarà per l’aria inquinata, secondo il Sole24Ore i parmigiani non sanno divertirsi granché: siamo solo al 40° posto – in calo – nella categoria “Tempo libero”. Siamo al 21° posto per presenza di librerie (10,15 ogni 100mila abitanti), ma solo al 67° per le sale cinematografiche (2,26 ogni 100mila abitanti), al 59° per ristoranti e bar (590,1 ogni 100mila abitanti) eal 79° per centri commerciali (0,21 mq di grande distribuzione per abitante). La copertura della banda larga per internet ha raggiunto solo il 42,4% delle connessioni (53° posto). Nell’indice di sportività Parma resta nella fascia alta della classifica, al 15° posto: forse per questo viviamo a lungo.