I segretari della Cisl di Genova, Torino, Parma, Piacenza e Reggio Emilia hanno scritto una lettera ai sindaci delle cinque città chiedendo di sospendere «il maxi pagamento ed individuando stipendi più ‘eticì per i Vostri manager» nella multiutility Iren.
Sotto accusa la buonuscita dell’ad Nicola De Sanctis da «900 mila euro, a cui si aggiungono 50mila euro di bonus maturato sui risultati 2014, più di 200 volte quello che avrebbe percepito di Tfr un dipendente per lo stesso periodo di lavoro». Senza contare che «De Sanctis – continua la lettera – ‘esce dalla porta ma rientra dalla finestrà: Iren stessa si è già impegnata a sottoscrivere con lui un contratto di advisoring dell’importo di 400mila euro, valevole fino al 31 dicembre 2015».
«Non basta: da poche ore – proseguono i segretari Cisl – sappiamo che è già stato nominato il nuovo amministratore delegato, per cui attualmente le posizioni economiche che vengono retribuite dal gruppo sono due: De Sanctis, che manterrà il rapporto come dirigente fino al 31 dicembre 2015, e quella di Massimiliano Bianco, nuovo Ad. Quindi Iren pagherà due amministratori delegati».
Inoltre, per i cinque sindacalisti «le motivazione addotte da Iren per questo recesso consensuale appaiono piuttosto ambigue e vaghe. Non è chiaro se l’accordo serva, in realtà, ad evitare un esplicito giudizio di merito sulle trimestrali di bilancio di Iren. La Cisl, nella sua VISIONE del lavoro e delle responsabilità sociali, ritiene che sia mai tempo di premi o stipendi milionari ai manager».