Abusivismo, contraffazione, lavoro nero. Ma anche realtà “grigie” che approfittano di regimi fiscali agevolati pur offrendo a tutti gli effetti un servizio pubblico e commerciale. Tutte le sigle di categoria riunite sotto Ascom Confcommercio si sono riunite oggi in occasione della giornata di mobilitazione nazionale “Legalità mi piace”, un’iniziativa per chiedere interventi forti e concreti contro ogni forma di concorrenza sleale.
Nella sede di via Abbeveratoia oltre ai presidente delle associazioni di categoria hanno partecipato al convegno rappresentanti delle forze dell’ordine chiamate alle funzioni di controllo.
Due imprese su tre, il 61,1%, si ritengono danneggiate dall’azione dell’illegalità, rivela un’indagine nazionale di Confcommercio in collaborazione con Eurisko. Un dato in crescita del 4% rispetto al 2013. L’altro lato della medaglia è che è in aumento anche la percentuale di consumatori che ammette di aver acquistato almeno una volta all’anno un servizio o un prodotto illegale (+1,4%, per un totale di 27%). Tre consumatori su quattro si dicono convinti che l’acquisto di prodotti illegali o servizi irregolari è piuttosto normale e utile in questo periodo di crisi. Solo il 56% degli intervistati conosce il rischio di incorrere in sanzioni amministrative.
“Sicurezza e legalità – ha commentato Vittorio Dall’Aglio vice presidente Ascom Parma – dovrebbero essere un prerequisito fondamentale per lo Stato di diritto e per la crescita e lo sviluppo di un Paese. Un prerequisito la cui mancanza penalizza lo svolgimento di qualsiasi attività economica. Chiediamo con forza alle Amministrazioni e agli Enti preposti che vengano messi in atto tutti i necessari controlli affinché siano rispettate le regole. Il mercato ha bisogno urgente di vedere applicate le regole, senza alcuna differenza di sorta, a tutti i livelli.”
Ugo Romani, presidente di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), ha ricordato che “il nostro store è costantemente attaccato dalla concorrenza sleale di circoli, agriturismi e attività di somministrazione che non rispettano le regole e usufruiscono indebitamente di fiscalità agevolata”. Per un reddito di 60mila euro la pressione fiscale è del 51% per un esercizio commerciale, scende al 36% per un agriturismo e al 3% per un circolo privato. La tariffa dei rifiuti per un locale di 250 metri quadri è di 5mila euro all’anno, 600 per un circolo. Fipe proporrà un progetto per la razionalizzazione delle manifestazioni estive, sagre di paese cresciute in modo incontrollato con gravi danni per la ristorazione locale.
La provincia di Parma, sottolinea Ernesto Mendola di Silb (Associazione italiana imprese di intrattenimento) è quella che nell’ultimo anno ha registrato il più alto numero di esposti e segnalazioni per attività abusiva. Si chiede una maggiore opera di sensibilizzazione anche verso la clientela, perché sia messa in guardia dai possibili rischi e possa effettuare una scelta consapevole.
Filippo Guarnieri, presidente di Federmoda Parma, ricorda che il commercio al dettaglio è minacciato dalla contraffazione e dall’abusivismo, ma anche da continui episodi di microcriminalità e teppismo. Alle autorità si chiede il ripristino della figura del vigile di quartiere.
Ci sono anche problematiche meno note, come quelle che attanagliano il settore dell’autotrasporto. Come spiega Leonardo Lanzi, presidente di Fai Parma, esistono varie forme illegali di cabotaggio. La più diffusa è quella degli operatori che mantengono la sede fiscale in Paesi dell’Est pur operando in modo stanziale in Italia. Un’altra caratteristica è quelle delle “cooperative spurie”, dietro le quali operano autotrasportatori senza requisiti o capacità. In questo caso, si chiede una revisione della normativa perché non sono i controlli che mancano ma gli stessi strumenti di controllo e sanzione.